ESCLUSIVA CP – Enrico Nicolini: “di speciale il Catanzaro aveva l’entusiasmo della gente. In quelle epoche rappresentavamo tutto il Sud e la Calabria in particolare”
In esclusiva, ai microfoni di Calciopanchina di Niccolò Brancati, presentiamo Enrico Nicolini – allenatore professionista, considerato un riferimento sportivo e umano
Presentata da Niccolò Brancati, ecco l’intervista che ci ha concesso il mister Nicolini, a cui vanno i più sinceri ringraziamenti per la sua disponibilità.
NB: Buongiorno a tutti i nostri amici lettori del sito CalcioPanchina di Niccolò Brancati. Oggi abbiamo il piacere di avere con noi il mister Enrico Nicolini. Grazie per essere qui! Buon giorno mister, iniziamo questa intervista presentando ai nostri lettori, chi è Enrico Nicolini?
EN: Buongiorno, è un piacere anche per me. Ciao Niccolò: Enrico Nicolini nasce a Genova il 16 Gennaio del 1955. Calciatore di professione. In campo avevo un carattere instancabile nel ruolo di centrocampista. Al ritiro dal calcio giocato ho coperto il ruolo di allenatore e dirigente in seguito.
NB: Partiamo dai giorni nostri, prima di fare un’emozionante tuffo nel passato. Qual è il suo giudizio su questo campionato di Serie B?
EN: Il campionato di Serie B quest’anno è molto equilibrato. La classifica ci conferma che le squadre in lotta per i play off sono anche vicine alla soglia dei play out. Il campionato è molto incerto e combattuto nonostante 2-3 squadre stanno facendo del loro meglio per arrivare direttamente in Serie A. Su tutte penso che Parma, Como e Cremonese hanno qualcosa in più sulle altre.
NB: Come giudichi l’andamento in campionato del Catanzaro? C’è un giocatore che ti ha colpito in questo Catanzaro? Perché?
EN: Il Catanzaro sta disputando un ottimo campionato. La partenza sprint ad inizio stagione era ipotizzabile dopo la conquista di ogni record in Serie C. Il gruppo omogeneo che si conosceva a memoria era anche risaputo. Penso che l’entusiasmo e l’organizzazione sono importanti, ma non dimentichiamo i valori. I giallorossi rispetto alle squadre davanti sono indietro, però con il grande entusiasmo nato, sono convinto che il sogno dei tifosi giallorossi potrebbe realizzarsi.
Cito il nome di Jari Vandeputte, ma non dimentico il fiore all’occhiello Pietro Iemmello. Il suo score in campionato, la sua personalità da leader in campo e nello spogliatoio lo rendono il migliore su tutti.
NB: Il mercato di gennaio, secondo lei, può davvero cambiare o modificare gli assetti, gli esiti o i destini delle squadre?
EN: Il mercato di riparazione è importante e utile alle società. Permette di trovare e garantire spesso sostituti all’altezza in caso di infortuni gravi o di mancanze avvenute nel mercato estivo.
NB: In carriera hai collezionato complessivamente 237 presenze e 25 reti in Serie A, e 155 presenze e 9 reti in Serie B. Hai notato differenze nel calcio attuale, rispetto a quando giocavi tu? Il livello si è alzato o abbassato?
EN: Il calcio è cambiato molto! Si cura tantissimo la tattica collettiva e la fisicità. Le qualità tecniche che devi possedere di natura non vengono curate nei nostri settori giovanili. Ho riscontrato questa assenza di metodo in prima persona. Il calcio rispetto ai miei tempi è soltanto più organizzato.
NB: Cosa aveva di speciale quel Catanzaro che per anni è rimasto in Serie A? Il ricordo più bello?
EN: Di speciale il Catanzaro aveva l’entusiasmo della gente. In quelle epoche rappresentavamo tutto il Sud e la Calabria in particolare. L’unione ci permetteva di rendere al meglio. La continuità nel lavoro è riuscita grazie alla dirigenza competente “cito il grande Presidente Nicola Ceravolo”.
Il ricordo più bello è la promozione in Serie A del 1978 quando ho raggiunto l’apice più alto della mia carriera. Vincere il campionato di Serie B è un emozione troppo bella. Auguro al Catanzaro la promozione.
NB: Sei rimasto in contatto con i tuoi ex compagni di squadra?
EN: Il gruppo di quei periodi si voleva bene, al punto che il rapporto è rimasto. Il nostro raduno estivo in Calabria non può mancare!
NB: L’emozione più bella che il calcio ti ha regalato?
EN: L’emozione più bella della mia carriera è l’esordio all’età di 19 anni in Serie A con la Sampdoria, squadra per cui tifavo da bambino. Sono emozioni che può sentire solo chi ha fatto il percorso dal settore giovanile alla prima squadra.
NB: Da calciatore c’è una o più partite che ricorda con piacere?
EN: La partita più importante della mia carriera che ricordo con tantissimo affetto e piacere è Ascoli-Cagliari. Dovevamo vincere per salvarci all’ultima giornata. Dopo 10 minuti andammo in vantaggio, ma la gara era ancora da gestire per 80 minuti. Anticipo a tre minuti dalla fine sulla linea un pallone lanciato dal terzino Azzali, realizzando in contropiede un bellissimo goal in pallonetto che sancì la salvezza della squadra.
NB: L’ultima domanda riguarda noi, conosci CalcioPanchina.it? Cosa pensi del sito?
EN: Non sono un vostro assiduo lettore, ma da oggi vi seguirò con più insistenza visto l’argomento del calcio e del ruolo dell’allenatore.
NB: Grazie mille per aver risposto alle nostre domande, a presto e in bocca al lupo per tutto!
EN: Niccolò ringrazio Te e il Tuo sito. Un saluto a Te e ai lettori.
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