ESCLUSIVA CP – Rino Lavezzini: “per chi ama il calcio ogni ruolo diventa interessante e si vive con passione”
In esclusiva, ai microfoni di Calciopanchina di Niccolò Brancati, presentiamo Rino Lavezzini – allenatore professionista, considerato un riferimento sportivo e umano
Presentata da Niccolò Brancati, ecco l’intervista che ci ha concesso il mister Lavezzini, a cui vanno i più sinceri ringraziamenti per la sua disponibilità.
NB: Buongiorno a tutti i nostri amici lettori del sito CalcioPanchina di Niccolò Brancati. Oggi abbiamo il piacere di avere con noi il mister Rino Lavezzini. Grazie per essere qui! Buon giorno mister, iniziamo questa intervista presentando ai nostri lettori, chi è Rino Lavezzini?
RL: Buongiorno, è un piacere anche per me. Ciao Niccolò: Rino Lavezzini nasce a Fidenza “provincia di Parma” il 20 Febbraio 1952.
NB: Le esperienze che hai vissuto in passato da allenatore?
RL: Appena smesso di giocare ho subito iniziato ad allenare squadre dilettantistiche vincendo anche qualche campionato. Il lavoro svolto non passa inosservato, e così arriva la prima chiamata da una società importante, il Parma Calcio – club di serie A. Per due anni mi occupo di settore giovanile ottenendo sempre buoni risultati. Questa esperienza mi ha permesso di mettermi in mostra a livello professionistico e per questo presto arriva la chiamata del Montevarchi Calcio che mi offre il ruolo di allenatore della prima squadra. Il Montevarchi partecipa al campionato di serie C2 ottenendo il secondo posto in campionato e io ricevo il premio come miglior allenatore della categoria. Così comincia il mio percorso nel mondo del calcio professionistico. In 30 anni ho avuto la fortuna di lavorare sempre e ancora oggi ho la stessa voglia di calpestare i campi di erba e provare le stesse emozioni del primo giorno. In questi anni ho avuto il privilegio di allenare grandi Club iniziando dal Genoa (la squadra che vanta la più antica tradizione calcistica in Italia con 9 titoli nazionali), Mantova, Catanzaro, Padova, Vicenza ecc. per poi arrivare ad allenare a livello internazionale in Lituania, Romania, Singapore, arrivando a giocare la Coppa Uefa con la squadra del FK Suduva (squadra Lituana). In queste esperienze ho avuto modo di allenare giocatori di diversi paesi, Africani, Sud Americani, Arabi, Australiani, Canadesi, Europei dei paesi dell’Est ed è evidente che le diverse etnie comportano metodi di gestione completamente diversi tra di loro, ma nonostante queste diversità culturali, con tutti ho avuto un buon rapporto di lavoro e creato gruppi omogenei capaci di lottare per obiettivi importanti.
NB: Veniamo al campo. Quali sono i principi del tuo modello di gioco?
RL: Motivare, creare entusiasmo e voglia di vincere sono le qualità che mi permettono, ancora oggi, di lavorare nel mondo del calcio; il mio desiderio di migliorarmi sempre mi rende molto esigente e duro con me stesso e di conseguenza con i mie giocatori. Per quanto riguarda il modulo tattico, ho iniziato disponendo la squadra a zona con un 4/4/2 per poi passare a un 4/3/3 un 4/3/1/2 oppure 3/5/2. La mia filosofia di gioco si basa su squadra corta e stretta e sull’utilizzo del pressing. Sono convinto che il raddoppio di marcatura a scalare, il fuorigioco, il possesso palla, i tempi rapidi di inserimento e lo spirito d’iniziativa, siano fattori fondamentali per ottenere una mentalità vincente.
NB: Da allenatore c’è una partita che ricorda con piacere?
RL: Non ho particolari partite da ricordare, ogni vittoria è un ricordo bello!
NB: Come giudica fino a questo momento la stagione del Catanzaro?
RL: Da quando il Catanzaro ha questa dirigenza ha sempre avuto una crescita tecnica fino a raggiungere la Serie B. Nella prima parte della stagione per il Catanzaro è stato un campionato positivo, ha avuto un leggero calo nelle ultime partite ma può raggiungere i Play Off e per essere il primo anno in questa categoria è già un ottimo risultato, poi quello che arriverà sarà tutto di più.
NB: Chi l’ha impressionata di più tra i giocatori giallorossi?
RL: Per il bel campionato che sta facendo darei il merito a tutta la società arrivando fino alla parte tecnica con un allenatore che è riuscito non solo a creare un grande gruppo ma unire una tifoseria che è sempre il dodicesimo uomo in campo. Tutto questo è avvenuto con una programmazione e un lavoro di grande spessore.
NB: Cosa rende speciale la Serie B?
RL: La Serie B è il campionato con più difficoltà a livello agonistico. L’obiettivo dei giocatori giovani è quello di raggiungere la Serie A offrendo il massimo, correndo e lottando sempre per l’obiettivo di arrivare il più in alto possibile. I giocatori esperti servono per far crescere i giovani e dare un equilibrio alla squadra. Il vero campionato di Serie B inizia nella seconda parte dove spesso si stravolge la classifica proprio per le difficoltà che il campionato nasconde.
NB: Capitolo allenatori: in quali si rivede e su chi punterebbe tra gli emergenti?
RL: Credo che in Italia ci siano diversi allenatori emergenti non solo in Serie A e B ma anche nelle categorie inferiori. In questo momento il Roberto De Zerbi credo sia il più quotato ma anche i vari Dionisi, Thiago Motta, Pioli, fino arrivare a qualche meno giovane ma sempre con il piglio giusto, Allegri, Sarri, o Zeman.
NB: Obiettivi per il futuro?
RL: Ho cambiato il tipo di lavoro, ma sempre nel calcio navigo. Lavoro come scouting nello Spezia Calcio. Un lavoro che mi appassiona e mi permette di vedere giocatori, allenatori per una del grande pubblico. Per chi ama il calcio ogni ruolo diventa interessante e si vive con passione.
NB: L’ultima domanda riguarda noi, conosci CalcioPanchina.it? Cosa pensi del sito?
RL: Non vi conoscevo prima, piacevole scoperta! Complimenti per il vostro lavoro!!
NB: Grazie mille per aver risposto alle nostre domande, a presto e in bocca al lupo per tutto!
RL: Niccolò ringrazio Te e il Tuo sito. Un saluto a Te e ai lettori.
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